Speranza senza ossa
Di Francesco Caiazzo
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25 Maggio 2017


Frullano quaglie, dai cani braccate,
dagli arbusti della macchia ai filari
di vigna e uva: facce dal sole amate.
Suona il campanile e, si, le comari
affacciano e cagne senza ombra nate
sanno: lenti marciscono i denari
sporchi: droga: desiderio di morte.
Corruzione dei buoni vecchi amici.
E stanchi, i figli, della loro sorte.
Campano i custodi ciechi: i tecnici.
Voglio sangue a terra; la terra rossa.
Dove la ladra gracchia e ruba ogni
speranza che sì: vive; ma senza ossa.
I giovani – ora – nascondano i sogni.
Le figlie nutrano la terra viva.

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