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Il diritto di chiamarsi Smart City

Una Smart City non è una città di un futuro sconosciuto e troppo lontano.

È un concetto più che una realtà che ci riguarda molto più di quanto potessimo immaginare. Attualmente una città può essere definita smart se ha in corso o in programma strategie di pianificazione urbanistica con il fine di ottimizzare e innovare i servizi pubblici affinché si colleghino le infrastrutture con gli abitanti.

Questo collegamento può avvenire soprattutto grazie all’utilizzo delle tecnologie Internet of Things (IoT, questo purtroppo in italiano si svuota di significato: ‘rete delle cose’). Con IoT si intende la connessione tra tutti gli oggetti che ci circondano, con il fine di migliorare la nostra vita. L’esempio più banale è l’orologio che da analogico è diventato ora uno Smartwatch che ti dice costantemente il battito cardiaco, i passi fatti durante la giornata, le calorie bruciate, ma anche il meteo grazie ad una propria connessione ad Internet o grazie alla connessione al cellulare; pure i termosifoni che si possono accendere da fuori casa tramite cellulare, per trovarla calda al rientro, rientrano nelle tecnologie IoT. Nella Smart City l’IoT deve essere presente nelle diverse sfere della Pubblica Amministrazione: nei trasporti pubblici tramite collegamenti sincroni ed efficienti; nella gestione e distribuzione dell’energia che può essere ottimizzata al minuto rispondendo alle esigenze del singolo; nell’illuminazione pubblica autonoma, dipendente dalla luminosità effettiva e dalle fasce orarie. L’elenco delle applicazioni e innovazioni potrebbe essere infinito, i fondi purtroppo no.

Si inizia a parlare di Smart City per la prima volta in Europa nel 2011, con uno stanziamento iniziale di 81 milioni di euro. Per  aggiungere tra gli obiettivi dell’imminente rivoluzione i trasporti e il settore ICT (prima non previsti) il budget è cresciuto a 365 milioni quando il 10 luglio 2012, la Commissione Europea ha dato il via al progetto denominandolo “Smart Cities and Communities- European Innovation Partnership” (EIP-SCC).

Il 2020 è un anno importante per questa iniziativa.

Sotto qualche aspetto è stato un anno che ha fatto fare passi in avanti per quanto riguarda la migrazione verso un mondo più tecnologico. Quasi tutti nel 2020 hanno provato almeno un giorno di smart working o uno di DaD: le aziende, le istituzioni, i commercianti e così altri hanno spostato la sede del loro lavoro nel mondo digitale. 

Bisogna però guardare in faccia la realtà perchè: 1- siamo stati costretti; 2- non è stato un processo graduale come avrebbe dovuto essere; 3- ha coinvolto solo parte della trasformazione necessaria, quei settori indispensabili nello stato di emergenza che stiamo vivendo.

Torniamo per un momento al sopracitato EIP-SCC: in fase di progettazione il 2020, che di fatto a causa della situazione pandemica ha dato inizio alla transizione smart, era stato indicato come scadenza per l’EU’s 20/20/20 climate action goals, un ambizioso piano per ridurre del 20% i gas serra emessi rispetto ai livelli del 1990, utilizzare almeno il 20% di energia rinnovabile in Europa e migliorare del 20% l’efficienza energetica.

Ancora, secondo l’EIP-SCC entro il 2020 almeno 20 tra le soluzioni maggiormente innovative che le città avevano proposto avrebbero dovuto essere pianificate e implementate. Siamo nel 2021 ed il numero di premesse/promesse infrante non sono semplici da quantificare.

L’Unione Europea include nell’EIP-SCC sei dimensioni di Smartness: Smart People, Smart Governance, Smart Economy, Smart Living, Smart Mobility, Smart Environment. 

Foto di Taranto scattata da Federica Fanigliulo.

I trasporti (Smart Mobility), aggiunti tra gli obiettivi solo in un secondo momento, sono proprio i protagonisti del progetto che coinvolge Taranto, facendo sì che la città dei due mari sia associata al termine Smart City per la prima volta. È il 13 maggio 2020, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte presenta il “Decreto Rilancio”, nel quale è stato dedicato un articolo per la città di Taranto in materia di infrastrutture e trasporti per le smart city. Il progetto prevede la realizzazione di un sistema di bus rapidtransit (Brt). Questo sistema fu per la prima volta costruito nel 1974 a Curitiba, città brasiliana, e in Italia si tratterebbe della prima attuazione. I vantaggi sarebbero molteplici: rispetto al trasporto pubblico comune aumenterebbe la velocità di circolazione media grazie alle corsie preferenziali e la capacità di trasporto in termini di passeggeri/ora a parità di mezzi e personale. Con Smart People, poi, viene inteso il coinvolgimento e la partecipazione attiva da parte dei cittadini attraverso un processo decisionale dal basso verso l’alto e di politica partecipativa. Smart Environment invece indica l’impegno verso uno sviluppo sostenibile. Taranto anche su questi punti sembra essere attiva. Infatti l’Urban Transition Center (Ecosistema Taranto) in collaborazione con l’istituto di istruzione secondaria superiore Antonio Pacinotti prende parte come supporto operativo nella stesura del masterplan per Taranto Smart City, con lo sguardo verso l’Agenda 2030. In questo contesto, il 19 gennaio dell’anno corrente The European House – Ambrosetti ha esposto l’iniziativa “Masterplan Taranto: Oltre le 3T (Tolleranza, Talenti e Tecnologia)per supportare Transizione Energetica e Sostenibilità”. Anche il sindaco ha confermato l’adozione del masterplan dalla giunta, poiché in linea con gli obiettivi prefissati. Esso presenta progetti e iniziative portanti per il rilancio della città e del territorio circostanze, tra cui: 

“Ecosistema Taranto” che definisce la strategia di transizione ecologica, economica ed energetica della città;

“Taranto Futuro Prossimo” che rappresenta il piano strategico per lo sviluppo sostenibile elaborato da Regione Puglia, Comune di Taranto e Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile. Contratto Istituzionale di Sviluppo Taranto (CIS Taranto), istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con la finalità di affrontare le principali criticità del territorioattraverso la realizzazione di progettualità dedicate;

“Think Tank Basilicata”, Act Tank per “Energie per un futuro sostenibile” in Basilicata e che prevede l’attivazione di forti sinergie con la Provincia di Taranto.

Ma ancora più interessanti sono le tre direzioni proposte dal masterplan per la città:

Taranto capitale italiana dell’idrogeno“. L’idrogeno oggi è la base per la decarbonizzazione delle attività industriali e residenziali, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo di neutralità climatica previsto per il 2050. Taranto, con imprese industriali di grandi dimensioni in campo siderurgico (e non solo), si presenta come un laboratorio naturale in questo ambito, con la possibilità di testare soluzioni innovative e avviare progetti pilota. La nascita di un cluster di imprese e start-up focalizzate su questo tema è una calamita sul territorio per talenti facendo nascere un ecosistema di ricerca e innovazione con ricadute ampie sul territorio che lo ospiti.

Taranto Capitale intermodale del Mediterraneo“. Il territorio di Taranto è strategico per quanto riguarda il trasporto ‘orizzontale’ con la sua rilevanza storica nel traffico marittimo, grazie al Porto di Taranto e  a una posizione strategica nel bacino del Mediterraneo. Gioca un ruolo centrale anche nel trasporto ‘verticale’ attraverso il settore aerospaziale grazie all’aeroporto di Grottaglie e ai corsi di ingegneria aerospaziale del polo universitario di Taranto e al prossimo Leonardo Lab, ma anche alle importanti realtà industriali sul territorio come Virgin Galactic, Boeing, Leonardo e Avio Aero.

Taranto Capitale di Mare“. Nel 2019 è stato creato e lanciato il nuovo brand ufficiale della città, sintetizzato in “Taranto, Capitale di Mare” e in un logo ad hoc: una “T” che richiama la coda di un delfino, animale da sempre simbolo della città, in cui le onde si intrecciano e riportano la città alle sue radici, facendo riemergere il senso di storica energia positiva del territorio.

Analizziamo ora il programma effettivo di Taranto Smart City, nato quando il Sindaco della stessa e il Magnifico Rettore dell’Università di Bari (Smart People grazie al coinvolgimento da parte dell’università) hanno firmato l’accordo per lo sviluppo dell’Agenda Digitale e della Cittadinanza Digitale. I progetti attualmente presenti sul sito Smartcity Web nella sezione di Taranto sono anche in questo caso tre.

NEXTaranto: per favorire la costituzione di una rete di luoghi indipendenti ma interconnessi, i FabLab – Fabrication Laboratory, centri attrezzati per la fabbricazione digitale ma anche luoghi d’incontro e di relazione per la promozione della cultura digitale. I fondi stanziati sono inesistenti, infatti per questo è stato istituito un crowdfounding.

Soluzioni innovative per l’utilizzo di idrogeno sui mezzi pubblici: Collegando due delle proposte/iniziative sopracitate, si vuole di produrre idrogeno per elettrolisi da impianti di energia presenti in aree di proprietà comunali per poi utilizzarlo in forma gassosa come combustibile in miscela con metano o con gasolio/benzina dei mezzi pubblici.

Trattamento terziario per il riuso delle acque reflue urbane: sviluppo di una tecnologia di trattamento dei reflui da applicare agli impianti di proprietà del Comune al fine di riutilizzare le acque per fini agricoli e/o industriali evitando il suo sversamento nelle acque costiere del Comune di Taranto.

Taranto è la capitale della Magna Grecia, la città dei due mari, dell’ILVA e della diossina. Sembra strano avere il diritto chiamare Taranto Smart city, quasi fuori luogo. Ma i suoi cittadini non si sentono rappresentati da un’acciaieria, non più. Quello che insegna la definizione stessa dell’appellativo è che in parte è anche compito dei cittadini rendergli onore: senza Smart People la città non riuscirebbe ad esserlo nella sua completezza. E non si può tradurre Smart semplicemente ‘Intelligente’, perché non si tratta di una città più intelligente di un’altra o con persone più intelligenti. Ognuno deve impegnarsi a sfruttare il proprio potere decisionale e potere di azione nel proprio contesto. Certo Taranto sta provando a far parte di questo mondo – il mondo del futuro – dall’anno obiettivo dello stesso, ma bisogna pur partire prima o poi. La città ha del potenziale e non lo si può negare, anche solo grazie alle tante iniziative che sono state analizzate in questo articolo. L’impegno da metterci è doppio se non triplo rispetto a quelle città che son partite agli albori dell’EIP-SCC. Ma le basi ora ci sono, bisogna rimboccarsi le maniche.

Chiara Lanza

23 anni, dottoressa in ingegneria gestionale, attualmente frequenta il MSc in ICT for Smart Societies al Politecnico di Torino. Membro della Honor Society IEEE HKN, Mu Nu Chapter.

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