Arti visive,  Storia

Capa e Picasso, “post fata resurgo”

In piena estate, sotto un sole cocente, padre e figlio si divertono sulla spiaggia.

È una di quelle scene viste e riviste nei nostri album di famiglia o che adesso affollano la home di Facebook; un momento catturato che non stanca mai, intramontabile perché genuino.

Ai fini artistici non cambia niente se vi dicessi che l’uomo in questione è il famosissimo pittore Pablo Picasso e il piccolo che sorregge è il suo Claude.

Ma siamo nel 1951 a Golfe-Juan, e il protagonista è una tra le più importanti personalità del Novecento. Sorride spensieratamente l’autore di Guernica, dipinto realizzato in memoria del 26 aprile 1937 per il bombardamento aereo dell’omonima città durante la guerra civile spagnola.

Guernica, Pablo Picasso, 1937, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid

Chi immortala questo momento, invece, è Robert Capa, un altro fulcro di quegli anni difficili. Appartiene proprio a lui la celebre foto del Miliziano colpito a morte nel 1936, divenuta icona mondiale del sacrificio dell’uomo nella lotta per la libertà contro ogni forma di dittatura.
Ecco perché questo scatto apparentemente banale, sia invece il manifesto della pace. Dietro e davanti l’obiettivo si incrociano gli sguardi di chi è stato testimone di atrocità e ha denunciato con pennelli e macchina fotografica per far sì che nessuno dimentichi.

Ma fortunatamente il periodo nero è finito, la gioia prende il sopravvento: il genio cubista che mostrò la violenza e la sofferenza di un popolo intero, e l’artista fotoreporter che testimoniò l’estremo desiderio di emancipazione dal totalitarismo, si trasformano in due semplici amici che respirano a pieni polmoni la vera libertà.

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Miliziano colpito a morte, Robert Capa, 1936

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